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Personaggi visualizzati: 25
#22 - Armand-Jean d'Aguillon, Il Vescovo degli Specchi (personaggio interpretato da L. C.)
Motto: Chiunque si specchia sta di fronte a se stesso, e chi pone la domanda è, al tempo stesso, l’interrogato. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: La Nobiltà delle Carabattole - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Consigliere, Potere Proibito
Teaser: Severo ed inflessibile, Armand trae un particolare piacere nell’applicazione ferrea della legge, come se il suo spirito si compiacesse nel far combaciare tra loro pezzi differenti, creando così dal disordine una struttura precisa e regolata. Ben pochi sono i momenti in cui Armand è stato visto sorridere e ancora più rare le occasioni in cui ha speso parole di pietà o perdono.
Guida dell’Inquisizione di Specchi e consigliere della Regina, verso la quale prova un malcelato disprezzo, il Vescovo non è fra coloro che secondo la Regola Bianca potranno ambire, il malaugurato giorno in cui Iddio vorrà reclamare a sé il Re Immacolato, a indossare la Corona del Giorno. Tuttavia Armand non si mostra distaccato dal potere, e anzi sembra assaporarne ogni briciola come fosse dolce nettare.
Mentre il Vescovo cammina in disparte, collezionando pensieri e strategie così come gli altri raccolgono amicizie, è quasi impossibile determinare quali maree si agitino nel suo animo. Di certo la sua prima preoccupazione riguarda assicurare l’ordine all’interno della Corte del Giorno, tanto che talvolta egli pare trascurare le minacce del Nulla o la malizia della Notte. Eppure, secondo altri, Armand spesso riflette sulla sua solitudine e prega il Signore, o chiunque ascolti, di poter trovare un amico fidato o un degno alleato. O, forse, dicono le malelingue, un’amante.
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#23 - Onuphre du Criquet, Il Marchese dei Bottoni (personaggio disponibile)
Motto: Io sono io e voi non siete Nulla. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: La Nobiltà delle Carabattole - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Consigliere
Teaser: Le regole e le leggi possono essere una gabbia soffocante, come la stanza di specchi in cui una volta fu imprigionata l’aurora. Eppure, per chi conosce i limiti di ogni consuetudine e riesce a muoversi con raffinata scioltezza fra codici e galateo, attento a piegare qualsiasi tradizione senza romperne nessuna, esse diventano un teatro giocoso, un campo di pallacorda o un palcoscenico dove esibirsi in squisite e rocambolesche evoluzioni.
Così il Marchese dei Bottoni si destreggia all’interno della Regola Bianca, mosso dal suo animo allegro e sempre intento a mostrare agli altri, con burle o ingegnose trovate, quanto sterili possano essere le leggi se applicate senza pensiero o scopo. Elegante e sempre alla ricerca di compagni d’avventura e damigelle da corteggiare, Onuphre pare non badare alla differenza di rango, mischiandosi volentieri anche con l’ultimo dei Vermigli. Tuttavia, il Marchese ben conosce il valore delle sangue nobile e bada bene che, alla fine delle sue avventure, l’ordine sociale non venga sconvolto. Nessuno deve dimenticare che a Onuphre è concesso prendersi queste libertà perché è migliore degli altri per lignaggio e intelletto. Il Marchese è il Marchese e gli altri, gli altri non sono Nulla.
Quando fu stretto il Secondo Giuramento, Onuphre scelse subito di diventare consigliere dei sovrani, togliendosi così dall’impiccio di dover partecipare un giorno alle volgari tenzoni per la successione al Re Immacolato. Ora che quel momento appare prossimo, il Marchese si diverte a tormentare i pretendenti, e nessuno può dire a chi andrà il suo favore.
Ma cosa nasconde Onuphre sotto alla sua spensierata corazza di ironia? E’ forse solo un mondo per non pensare al tetro incedere del Nulla e alle brame di dominio della Notte? O forse il Marchese ha davvero colto una verità profonda e dando alla vita il suo giusto senso: nessuno.
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#27 - Germain des Fioles, Il Barone dei Bicchieri (personaggio interpretato da G. F.)
Motto: Un uomo non si sente mai completamente a suo agio, se non ha un bicchiere davanti a sé. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: La Nobiltà delle Carabattole - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Artefice
Teaser: E’ difficile stabilire l’esatta natura di un bicchiere. Per alcuni è sempre mezzo pieno, mentre per altri irrimediabilmente mezzo vuoto. Per Germain, che ne conosce gli intimi pensieri, l’importante è berli, prima che il Nulla faccia sparire anche l’ultima lacrima di vino.
Come in tanti si interrogano sulla natura dei bicchieri, così in molti tentano invano di capire qualcosa dell’animo del loro Barone. Germain infatti è un uomo dal carattere mutevole, capace di alternare momenti di amabile quiete a furiosi attacchi di collera. Un momento egli è calmo, intento a godersi un sorso di birra, a discutere delle profondità dell’animo umano e della natura delle storie o a danzare con qualche fanciulla, e l’istante successivo è animato da un’agitazione febbrile, spinto a indagare gli ultimi segreti e misteri di un Regno ormai destinato a svanire. Come artista e studioso dei prodigi della trasmutazione, il Barone concede il suo favore solo a chi mostra la sua stessa curiosità verso gli arcani accadimenti del cielo e della terra.
Dignitario della Regola Bianca e pretendente alla Corona del Giorno, il Barone non ha mai fatto mistero di considerare menti fin troppo semplici la Regina e i suoi Consiglieri, così come è sua ferma intenzione trovare vassalli che lo aiutino a svelare il più grande enigma: è possibile ricreare qualcosa, una volta che è stato inghiottito dal Nulla?
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#28 - Médard DéBauché, Il Visconte degli Stracci (personaggio interpretato da C. P.)
Motto: Ché bell’onor s’acquista in far vendetta. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: La Nobiltà delle Carabattole - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Mago
Teaser: Le sfortune di Médard iniziarono ben prima dello sciagurato giorno in cui il Nulla iniziò ad inghiottire il Regno Incantato. Fuggito dal suo palazzo, dove un padre avaro e severo si rifiutava di condividere con la sua famiglia le ricchezze portate da quell’arcolaio in grado di filare stoffe d’oro, il Visconte si rifugiò nella Torre di Alabastro, per apprendere dai Maghi i segreti racchiusi nei riflessi delle gemme, certo che con quella conoscenza avrebbe mostrato al suo esigente signore quanto valeva davvero.
Tornato finalmente nelle terre della sua infanzia, Médard le trovò in rovina: l’invidioso nobile di una contrada vicina aveva infatti rubato il magico arcolaio, condannando alla miseria la sua gente e portando suo padre a cercare la morte bevendo le acque della cascata di pietra.
Prima che potesse cercare vendetta, il Visconte vide con orrore i venti del Nulla soffiare minacciosi e inghiottire insieme alla sua casa i ricordi del colpevole che tanta sofferenza aveva portato nella sua vita.
Senza più un bersaglio per la sua rabbia, Médard fuggì di nuovo, questa volta verso la Rocca d’Avorio, dove la Corte del Giorno lo accolse, riservandogli però l’umile dominio sugli stracci, come era appropriato per un Visconte in disgrazia par suo.
Il Visconte non ha mai sopito la furia di un tempo e ora, mentre il maledetto Re Immacolato finalmente si decide a strozzarsi e sparire, è pronto a fare ogni cosa per avere la sua rivincita contro chi lo ha a lungo umiliato. Médard ne è certo, la Corona del Giorno sarà sua. Del resto, anche se in segreto, in molti come lui detestano la boria degli altri Nobili.
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#29 - Ser Alfonso, il Cavaliere dei Mulini (personaggio interpretato da D. P.)
Motto: I fatti sono nemici della verità. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Le Genti di Nessundove - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Guardiano
Teaser: All'ombra dei mulini riposava il cavaliere, sulle ventose colline di Nessundove. Il suo grande cappello adagiato in fronte per coprire gli occhi dal sole, quegli occhi che hanno visto il tempo dei giusti passare non senza una lacrima. Ma non tutto è perduto, perché c'è ancora in questa terra chi vive secondo alti ideali, e niente potrà mai abbattere il suo spirito. Nessuna menzogna, nessuna illusione, il suo cuore vede ben oltre gli inganni della realtà.
Da alcuni considerato un sognatore, da altri un pazzo. Ser Alfonso si è preso come sacra missione di ridare una casa ai puri di cuore. Ma facile è il sacrificio di sé stessi quando si è nobili nell'animo, cosa farà il cavaliere dei mulini quando si ritroverà a dover scegliere tra la sua missione e i suoi amori? Nella sua vita il cavaliere ha donato tutto ciò che poteva donare ai suoi compagni, alle sue amanti, persino agli sconosciuti. Votare la propria vita all'altruismo ha però portato alla morte del mondo, che forse sia arrivato il momento di innalzare il suo stemma non come servo, ma come padrone?
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#30 - Tristano, Il ragazzo della profezia (personaggio interpretato da N. P.)
Motto: Alcune strade portano ad un destino, non ad una destinazione. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Le Genti di Nessundove - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser:
Per chi non lo ha mai desiderato, Il fardello del dovere ha un peso insopportabile e opprimente, ma per chi ha deciso di prendere in mano il proprio destino, il dovere non fa null'altro che elevarlo verso le vette più alte. Non molti anni or sono, Tristano ricevette la benedizione di una stella chiamata Yvonne, che profetizzò il suo destino di gloria: egli sarebbe divenuto un grande eroe, avrebbe sconfitto l'oscurità e salvato uomini e donne in pericolo.
Tristano partì dunque in cerca di gloria e fortuna, raggiungendo Nessundove e preparandosi al suo destino che poco a poco veniva minacciato dal Nulla che tutto inghiotte. Poco rimane nella memoria di ciò che successe prima di raggiungere Nessundove, chissà quante avventure ha vissuto il giovane prima di arrivarvi! Ora la sua mente torna ad Yvonne, che tormenta il giovane Tristano con pensieri d'amore misti a paura. La Rocca d'Avorio li ha divisi. Lei è della Corte della Notte. Forse anch'ella è d'animo malvagio ed egoista? Oppure le Sentinelle la tengono prigioniera come una fiera in gabbia? Cosa sarà disposto a fare Tristano pur di ricongiungersi a lei e salvarla dalla sua cattività? Ma è davvero questo il suo destino? O altre imprese annunciava la profezia? Molte prove si stagliano di fronte al giovane, che ricerca la fama e l'amore più di ogni altra cosa.
Tristano è curioso e avventato, nessuna ricchezza ha mai toccato il suo cuore, nessuna lusinga ha mai corrotto la sua essenza. Sarà sufficente rimanere fedele alla propria purezza e sincerità per abbattere gli ostacoli e diventare l'eroe che si racconta nelle storie? Oppure scoprirà che per ottenere ciò che desidera sarà necessario conoscere l'oscurità?
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#31 - Beniamino, La Canaglia (personaggio interpretato da F. D.)
Motto: L'astuzia è l'arte di celare i nostri difetti, e di scoprire le debolezze degli altri. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Le Genti di Nessundove - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Artefice
Teaser: Gli eroi non hanno sempre una scintillante armatura e un cavallo bianco, ci sono eroi che non si scagliano verso le avversita con sprezzo del pericolo ma invece si fanno strada grazie all'astuzia e alle parole.
Beniamino è un uomo buono, o almeno cerca di esserlo nella maggior parte dei casi. Nonostante i suoi intenti apparentemente altruistici, le persone tendono a guardare Beniamino con sospetto, soprattutto a causa delle varie truffe e furti in cui si è ritrovato in mezzo, sempre avendo una scusa credibile che lo scagionasse da ogni colpa, chiaramente.
Il motivo per cui la canaglia sia giunta a Nessundove è però un mistero, nessuno sa quale sia il suo obbiettivo, cosa stia cercando. Il Nulla ha divorato parte della sua memoria insieme a quella di molti altri, lasciandolo privo di un perché, di un progetto, di un sogno. Una cosa è certa, dimostrerà a tutti che anche una canaglia dal cuore d'oro è in grado compiere grandi gesta, e lo dimostrerà cambiando le cose, aiutando i deboli, sconfiggendo i malvagi... Sempre che non ci finisca lui in mezzo, sia chiaro! Riuscirà l'amabile Beniamino a ritrovare ciò che ha perduto o sarà costretto a trovare un nuovo motivo per essere eroe? Riuscirà a mantenere l'animo puro che dice di avere, o cederà alle lusinghe del male?
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#32 - Frate Clemente, La Guida (personaggio interpretato da M. C.)
Motto: La fiducia in se stessi è l'essenza dell'eroismo Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Le Genti di Nessundove - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Consigliere
Teaser: Coloro che hanno attraversato il villaggio di Nessundove e si sono persi, nelle sue strade come nel loro cuore, hanno chiesto consiglio a Frate Clemente. D'animo scontroso e dal fare scorbutico, questo frate vive la sua missione differentemente da quanto suggerisce il suo nome. Mosso da nobili intenti e da un animo consapevole, questo frate sa quanto sia importante avere un lieto fine, nel Regno Incantato.
Non capita spesso che Nessundove sia la meta di un avventuriero, soprattutto perché questo magico villaggio lo si può trovare solo quando non lo si sta cercando. Ma nel momento in cui il frate in cerca di avventura solcò la porta della taverna di Nessundove, capì di aver raggiunto la sua destinazione, e che il suo scopo sarebbe stato quello di aiutare i giovani e consigliarli nelle loro avventure.
Nessundove era solo un villaggio, ma erano i suoi abitanti a renderlo ciò che era. Un villaggio si può ricostruire, ma la sua anima una volta perduta non può essere rattoppata. Per questo Frate Clemente deve, ora più che mai, essere guida e supporto per i suoi compagni, poiché il mondo ha bisogno di eroi. Ma chi è ora Frate Clemente di fronte a questo piccolo manipolo disperato, adesso che la magia di Nessundove è spezzata? Riuscirà a rimanere la guida di cui Nessundove ha bisogno? Riuscirà a scegliere tra il passato e il futuro?
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#34 - Moriduno, il Mago d'Ambra (personaggio interpretato da F. C.)
Motto: Se ti guida la passione, fa almeno che sia la ragione a tenere le redini. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Le Genti di Nessundove - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Mago
Teaser: Qualcuno dice sia vecchio quanto la magia stessa anche se non ne porta i segni sul volto, qualcuno dice abbia letto tutti i libri del mondo anche se nessuno ha mai visto la sua biblioteca. Qualcuno dice abbia garantito i più potenti artefatti che si possano ricordare, che la sua saggezza sia infinita e il suo consiglio più prezioso dell'oro. A sentire Moriduno però, egli non è nient'altro che una persona qualsiasi. Saggio certo, ma non saggio quanto l'avventuriero che risolve l'enigma di una Sfinge. Potente certo, ma non quanto può essere potente il bacio tra due innamorati.
Nessuno ama e comprende l'importanza del villaggio di Nessundove più di Moriduno, che da sempre ha visto giovani eroi raggiungere un lieto fine dopo essere passati da lì. Per questo motivo la restaurazione di Nessundove deve essere l'assoluta priorità, perché ci deve essere un luogo ove le genti devono andare e venire, e sentirsi cambiati. Le persone che ora si fanno chiamare "genti di Nessundove" non sono che una mera menzogna in ricordo di qualcosa che non c'è più, ma che si potrà riavere, se si lasceranno alle spalle il passato verso un nuovo, brillante futuro. Moriduno, molto spesso in contrasto con Frate Clemente, sa che niente è importante come un luogo. Senza Nessundove non esisterebbe alcuna storia, senza Nessundove nessun eroe troverebbe il suo destino. Il villaggio deve tornare quello che era, a costo di qualsiasi sacrificio. Anche quello delle sue ultime genti.
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#39 - Artemone, Il Crociato (personaggio interpretato da F. G.)
Motto: Prima dell'amore e prima di sé stessi, il dovere. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: L’Inquisizione di Specchi - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser: Ci sono cause più nobili di leggi e doveri, fedi talmente brillanti da oscurare il sole e battaglie da cui nemmeno il più vile dei codardi si sognerebbe di fuggire. Artemone, nel suo cuore ardente di Inquisitore, sente su di sé il peso della più grande lotta, e poco contano limiti o etichette quando si è pronti a pugnare contro la Notte stessa, i cui infidi figli di nero vestiti sono il più grave pericolo, peggiore anche dei venti del Nulla.
Artemone non ha paura di andare contro alla Regola Bianca, né di sfidare pubblicamente il Vescovo, i Nobili o finanche Triaria, se animato dal sospetto che anche uno solo di loro sia in combutta con le forze nemiche. L’inquisitore non teme di essere punito o chiamato traditore, anzi, porta su di sé il disprezzo degli altri come fosse una splendente medaglia: non è per fama di gloria o sete di onore che si è fatto araldo del severo Specchio, ma per seguire il più alto ideale.
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#43 - Illirco, Il Paladino (personaggio disponibile)
Motto: E, alla fine, non sono gli anni nella tua vita che contano. È la vita nei tuoi anni. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: L’Inquisizione di Specchi - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Guardiano
Teaser: Le storie più antiche, che come solchi percorrono la memoria attraverso ogni generazione, non hanno bisogno di molte parole. Esse sono cristalline e perfette, come le pietre preziose sbocciate assieme al primo fiore dopo il lungo inverno, quando sulla montagna proibita l’uomo senza sogni chiamò il vento con un nome segreto.
Quella di Illirico è una di queste storie, poiché egli è un uomo di valore e coraggioso, votato ad una nobile causa. E’ un flagello per i malvagi e un bastione per i deboli, un sostegno per gli sconfitti e una minaccia per gli usurpatori. Illirico è un paladino.
Del resto, quando il Nulla ha ormai inghiottito ogni ricordo, è facile professarsi senza macchia e senza paura. Ma cosa farà Illirico, se dalle vuote nebbie riemergeranno oscure memorie? E se anche questo non dovesse succedere, riuscirà a rispettare il suo codice di valori? Poiché come le antiche storie insegnano, più la luce brilla intensa, più l’ombra si fa scura, e la caduta, per un paladino, è un finale vecchio come il tempo.
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#44 - Longino, Il Caduto (personaggio interpretato da D. D.)
Motto: A tutto si abitua quel vigliacco che è l'uomo. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: L’Inquisizione di Specchi - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Potere Proibito
Teaser: Longino appare curvo, schiacciato sotto al peso di una colpa più profonda di quel mare dove un tempo si trovava un castello perduto in cui furono sepolte le anfore piene dei più bei giorni d’autunno. Longino non parla spesso, come se ogni sua parola potesse essergli ritorta contro, come se un terribile segreto scalpitasse per liberarsi dalle catene del suo animo. Longino è un Vermiglio, uno di quei traditori che aprirono le porte della Rocca d’Avorio perché il Nulla potesse divorare persone e ricordi.
Nella severa Corte del Giorno, dove la pietà è spesso solo una vuota parola e la redenzione un’evanescente chimera, Longino ha vissuto per lunghi giorni portando il terribile e rosso fardello del peccato. Isolato anche dai suoi vecchi compagni di cui più non poteva sopportare la vista, come se la loro sola presenza riportasse alle mente le sue azioni sciagurate, Longino ha potuto osservare in solitudine la vita delle bianche genti. Subito si accorse che oltre ai Vermigli altri venivano isolati e disprezzati. Non a causa del loro peccato. No. A causa del loro nobile ed implacabile scopo.
Fu così che Longino, da quel giorno conosciuto come il Caduto, cospargendosi il capo di cenere e, dicono le malelingue, usando un vecchio inganno rubato al principe dei gatti, convinse con lunghe preghiere Triaria a prenderlo al suo servizio. Avrebbe fatto ammenda, con azioni e devozione, della sua terribile colpa.
Ora Longino serve l’Inquisizione di Specchi, ma il suo proposito è sempre più arduo da mantenere. I suoi antichi compagni lo disprezzano e tra i nuovi nessuno davvero si fida di lui. Di eterna solitudine è fatta la vita del penitente.
Eppure Longino persevera, e assolve ai suoi compiti con eccesso di zelo, come a voler dimostrare qualcosa, come a voler allontanare domande su quel segreto che non ha mai rivelato.
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#46 - Cartesio, Il Pendolo perfetto della primavera (personaggio interpretato da s. b.)
Motto: Raccoglieremo, vita dopo vita, ciò che abbiamo seminato. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Veggenti del Tempo Perduto - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser: La perfezione dell'ordine è un pendolo dal moto continuo che scandisce ed unisce con la sua traiettoria due punti di un filo invisibile: in un capo vive la causa nell'altro l'effetto. La Storia è un libro antico che parla spesso di uomini virtuosi perseguitati da sventure, mentre criminali e malvagi impenitenti vivono beati, ricchi e senza paura. Perché quest'ordine visibile non ci spiega le ragioni di tale insensatezza? Ci deve essere un’altra dimensione in cui trovare le spiegazioni e rivendicare la nostra necessità di giustizia. E si potrebbe pensare che tal ricerca sia un atto a pervertire la natura giacché in essa non vi sono né ricompense né punizioni, ma solo conseguenze.
Cartesio l'ha imparato osservando la Primavera. Un'esplosione in fiori della vita pulsante e brulicante, un vortice di passioni e di rigogliose ricrescite, una danza amorale di lotta e sopraffazione scevra dal senso umano di equità, che a prima vista parrebbe caotica e senza regole. Eppure se tale stagione fosse senza disciplina sarebbe l'emblema della morte di una terra infeconda. Cartesio l'ha ben capito: ogni azione porta un frutto, buono, cattivo o neutro, immediato o dilazionato nel tempo.
E così con le sue carte segnate dal seme dei Fiori, questo fratello, che ricevette un sorriso di approvazione da un fauno, può scorgere nel passato le cause di ciò che è capitato alle persone. I più temerari eroi di ogni dove si son piegati davanti al suo responso quando hanno scoperto che i motivi per i quali le cose sono avvenute son dipesi dalle loro azioni, anche quando si parla di sventura o di sfortuna. Cartesio è una lama affilata che taglia il mondo in perfette porzioni, ordinate nel tempo e nello spazio, senza sbavature. Cartesio vede tutto come fosse un elaborato meccanismo di rotelle e leve, un complesso groviglio di formule matematiche, un preciso susseguirsi di movimenti che hanno senso grazie a quello precedente, tale da eliminare qualsiasi alibi di grazia o di fato.
In tal modo la coincidenza diviene una parola insensata poiché nulla esiste senza un’origine. Ma la comparsa del Nulla ha messo in crisi il sistema di Cartesio, perché nel niente non esiste effetto e causa, e ammettere questa inesistenza anche una sola volta significa che tale fenomeno è sempre possibile. E allora perché continuare a dare senso al mondo con questo estremo determinismo? Quale causale paura spinge Cartesio a non ammettere l'imperfezione? Quale sarebbe l'effetto se ora dovesse rivalutare tutto e trovare un altro paradigma denso di nuovi significati?
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#47 - Tobia, Il custode dell'Inverno (personaggio interpretato da E. D.)
Motto: Come deve essere freddo l’inverno per coloro che non hanno caldi ricordi Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Veggenti del Tempo Perduto - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser: C’è sempre un fratello, in una famiglia numerosa, più rispettato e più autorevole per la sua saggezza o per la sua temperanza o ancora per la gelida disciplina del suo cuore. E’ come l’inverno per le altre stagioni: fa riflettere sull’anno appena trascorso, e prepara a quello che verrà per non cadere negli stessi sbagli.
Tobia l'innevato è il maggiore tra i suoi fratelli e, marchiato da un fauno per capriccio, oggi può svelare del passato soltanto gli errori, gli abbagli e le vicende più sfortunate. Non c'è ragione di stupirsi se molti temono ciò che le sue carte segnate dal seme della Freccia possono far riemergere dalle sabbie del tempo. Eppure quel che muove Tobia è il desiderio di proteggere, perché davanti al gelo invernale nessuno è mai davvero pronto. Il suo sguardo severo tradisce il suo animo comprensivo. Le sue mani ferme e decise mentre mescolano le carte non esprimono gli agitati sussulti del cuore all'idea che la sua famiglia possa spezzarsi e perdersi. La volontà ultima di ciò che ogni giorno l'Inverno compie e dice è quella di tener adunati i suoi affetti, poiché in passato un fratello, il settimo, si è smarrito. Tobia oggi strappa i petali delle ore, chiedendosi se avesse potuto fare altro per salvarlo, se avesse dovuto amarlo di più per tenerlo vicino. Un senso di colpa nero come la Corte che la notte governa e che ha accolto, forse per dispetto o per sfida, quel fratello dal numero dispari. Certi affronti non possono essere nascosti, neanche dalla neve che tutto copre nel gelido silenzio.
Tobia sa bene che quando fa freddo ci si stringe più stretti agli altri alla ricerca di un rassicurante tepore. Ma il posto accanto al suo è vuoto e lui lo osserva con un malinconico sguardo di attesa.
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#49 - Oreste, Il saggio del Solstizio (personaggio interpretato da F. F.)
Motto: Senza inverno non c’è estate Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Veggenti del Tempo Perduto - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser: Nei giorni dei solstizi la durata del giorno e della notte raggiunge il massimo della sua espanzione. E se d'estate è il momento in cui il buio inizia a vincere sulla luce, d'inverno il sole ha la sua rivincita. I saggi delle fronde sanno che l'uomo e le sue vicende seguono lo stesso andamento. Una salita e una discesa. Un cambio drastico nel bene e nel male. Esiste sempre un momento di svolta, un passaggio, un consiglio o un'intuizione portata dal vento.
Da dove arrivi la magnificente saggezza di Oreste è un mistero. Forse arrivò dal ciclo dei campi che suo padre ha coltivato. Oppure da una fauno, quello che in una notte di giugno gli sussurrò parole segrete dal gusto di miele e di fiele. Ora Oreste con le sue carte segnate dal seme della Luna vede nel passato quel momento pari al solstizio che ha segnato la vita delle persone. Vede il momento della virata. Alcuni dicono di aver visto una paladina dalla ferrea giustizia scappar via da un responso di Oreste madida di sudore e bianca nel volto dopo aver appreso e ricordato che in passato, ben prima di essere un'emissaria della legge, commise efferati e sanguinosi misfatti.
Oreste non ne fa un segreto, e quel che più gli sta a cuore è rovesciare sempre la medaglia, perché è così che si sopravvive alla piatezza della fissità delle cose. Non c'è evoluzione senza uno stravolgimento, ma che sia ben compreso e ordinato nel suo incedere. E a ragion veduta di questi presupposti, la rigità delle regole che disciplinano la vita nella Rocca ad Oreste inizia a star stretta. Ed ecco nascere sul suo viso un cenno di fastidio... lo stesso che in passato sbocciò poco prima che la sua famiglia, i suoi fratelli e la sua casa vennero stravolti dall'arrivo del Nulla.
Oreste si guarda intorno e si rincuora nell'apprendere quante sfumature esistono in questo mondo, e si compiace non poco quando a svelarle è lui stesso. Poi capita di fermarsi davanti ad uno specchio, e quel che osserva è un uomo vestito con lo stesso abito da sempre, con una luce negli occhi immutata, con idee ferme e imprigionate in una stasi simile a quella di un ghiaccio eterno. Prima a poi l'evoluzione degli altri lascerà Oreste indietro? E' forse arrivato il momento di cambiare lui stesso? Se la risposta è sì, che cos'è questa sensazione di paura che blocca i piedi quando il passo successivo poggia su un terreno nuovo come fosse vuoto?
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#51 - William Shakespeare, Il capitano dei fulmini (personaggio interpretato da I. G.)
Motto: La reputazione: una vita per costruirla, un secondo per distruggerla Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Corsari del Nulla - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser: Un vascello quando solca i mari è temuto non per il suo pomposo nome, non per i colori della sua bandiera che sventola sul pennone dell’albero maestro, ma per la fama del suo terribile e spietato capitano. Ma William governa la Signora dei Nembi, una nave che solca i cieli e lassù si sta sopra ad ogni regola e ad ogni reputazione.
Forse imparò i segreti delle nuvole dalle stelle o come decifrare i venti dai maestri delle sacre montagne, ma nessuno sa dove e da chi apprese l’arte della raffinatezza di cui è unico e indiscusso padrone. Ogni fendente di spada pare una danza e ogni ordine una poesia decantata. E guai se il resto della ciurma non compiace il suo gusto artistico. Tutto deve essere bello ed elegante, anche il perdono che in ginocchio gli viene implorato quando William dispensa castighi a chi vuole ribaltare lo stato delle cose.
Oggi la Signora dei Nembi sembra scomparsa. William è caduto sulla terra e, toccato il suolo, la sua reputazione parrebbe infranta. Anche se le nuvole sono lontane, il capitano ha promesso di riportare la sua ciurma in alto tra gli astri, di viver ancora come magnifici corsari per goder nuovamente della bellezza del mondo.
Eppure quando un uomo si ricopre di così tanto splendore chissà quale orrore vorrà nascondere.
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#53 - John Fletcher, Il primo nemico dei pirati (personaggio interpretato da M. P.)
Motto: Pirati? Perfetti per tener viva la fiamma di un falò Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Corsari del Nulla - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Guardiano
Teaser: Molti conoscono la storia del marinaio dalla giustizia indefessa e in procinto di diventar primo ufficiale della flotta del Mar di Corallo. Egli catturò una nave di pirati che traghettava da un continente all'altro sirene rese schiave senza pagare dazio alla corona. Il capitano di quei furfanti si rifiutò di versare il riscatto richiesto e poco dopo il suo vascello prese fuoco. Le fiamme consumarono il legno, le vele e tutte le sirene impigliate nelle reti. Quel marinaio non divenne mai ufficiale perché fu allontanato dalla flotta una volta ritenuto colpevole di quell'incendio e di tutte quelle morti. Alcuni però ancor oggi sostengono che quella distruzione divampò per mano dei pirati e non di colui che con foga rincorreva la rettitudine.
Forse quella storia parla di John Fletcher, e se così fosse ciò darebbe giustificazione al suo incredibile livore verso tutti i pirati di ogni dove. "Lasciamo stare i fulmini e andiamo a caccia di quei briganti del mare. Addobbiamo la chiglia con i loro scalpi e issiamo le loro pelli come fossero vele" ha spesso proposto John, per poi recitare un lungo elenco di motivi per i quali il mondo sarebbe un posto migliore se si seguisse la sua iniziativa. E se qualcuno tentasse di difendere quei bucanieri anche solo per scherzo attirerebbe su di sé la promessa di una punizione, perché certe idee per John sono da correggere anche con il pugno. Legge e giustizia son le uniche amiche con cui un uomo di valore dovrebbe sempre circondarsi.
E ora che la Signora dei Nembi è scomparsa e che la Corte della Notte pare si faccia accompagnare da alcuni pirati, cosa rimane a John se non l'orgoglio ferito e un nemico vicino ma impossibile da raggiungere? Perché le leggi della Bianca Corte e della Rocca d'Avorio gli impediscono di porre un fermo alla sua fame di vendetta?
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#54 - Christopher Marlowe, Il Mago dei cieli (personaggio interpretato da G. R.)
Motto: Quella leggera brezza era un impetuoso uragano Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Corsari del Nulla - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Mago
Teaser: Ogni veliero ha la sua bussola che indica la rotta più sicura da seguire. La Signora dei Nembi ha Christopher, uomo di poche parole, ma gran conoscitore della lingua dei venti, dell'incedere lento delle nuvole e dei desideri dei gabbiani. Anche se appare piegato dal tempo nessuno a bordo del vascello volante si permetterebbe di mancargli di rispetto, perché la sua consapevolezza è il tesoro più prezioso che conservano. In fin dei conti un vaso, seppur crepato, vale per ciò che contiene.
Forse perché ha conquistato la saggezza attraverso la sofferenza e non vuol spaventare gli uditori che in lui cercano ispirazione, Christopher non rivela molto del suo passato quando era lui il capitano della Signora dei Nembi, ma indica la vetta a cui è arrivato e cerca di condurvi anche gli altri, come fosse un mentore.
"Il vecchio saggio" è il suo appellativo colmo di ossequioso riguardo, e come tale Christopher non si espone al pericolo senza motivo, poiché sono poche le cose di cui gl'importi abbastanza; ma è disposto, nelle grandi prove, a dare perfino la vita, sapendo che a certe condizioni non vale la pena di vivere, come considerarsi ancora un corsaro quando la Signora dei Nembi parrebbe scomparsa. Piuttosto la morte!
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#56 - George Chapman, La leggenda delle leggende (personaggio interpretato da A. Z.)
Motto: Il nostro corpo è un intreccio complesso di storie dimenticate. Questo mondo ha bisogno di qualcuno che le faccia rivivere. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Corsari del Nulla - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser: Furono i trovatori a inventare l'amore quando ancora non esisteva. Bisogna rendere grazie ai cantori se gli eroi e le loro gesta sopravvivono al tempo, invece di divenir polvere come fanno i bianchi capelli dei vecchi nelle fosse. Il Primo Poeta imbrigliò la bellezza del mondo in poche parole e passò per folle prima di venir bruciato come fosse una strega dei rovi.
L'animo di George è un mosaico e le tessere sono lembi di anima di ogni cantastorie, rimatore, verseggiatore, troviero, giullare, menestrello, bardo e rapsodo che siano mai esistiti. Sono lontane le notti passate a bordo della Signora dei Nembi ancorata ad una nuvola, quando i corsari seduti e illuminati dalle rosse fiaccole ascoltavano a bocca aperta George, mentre dalla sua uscivano fuori parole di avventure cavalleresche e di leggende su mostri marini. E ancor oggi, nonostante il mondo abbia perso i suoi gusti più vivaci e i suoi colori più vibranti, non si tira indietro quando gli viene chiesto di innalzare una poesia, intonare un canto o declamare una storia. La faccenda diventa più affascinante quando di queste storie è proprio George ad essere il protagonista, e il confine tra ciò che è vero e ciò che è inventato perde importanza e significato.
Cosa muova George a lasciare all'aria e ai posteri tutti questi racconti nessuno lo sa per certo. Forse è la stessa forza che muove scopritori, esploratori e inventori. O forse è ciò che spinge ogni uomo e ogni donna a elevarsi dalla mediocrità e a brillare nel firmamento: la paura della morte e dell'eterna dimenticanza.
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#58 - Harun Al-Rashid, Il Califfo del giusto cammino (personaggio interpretato da A. S.)
Motto: Egli ha l'avvedutezza del suo bisavolo Almansorre, la pietà dei suo avo Modi, la lodevole ambizione di suo zio Adi, e se volessi aggiungere un'altra cosa, la predilezione di Allah Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Gli Esuli del Miraggio - Nazione: Umano - Genere: maschio
Teaser: Ci fu il tempo di Harun Al-Rashid il giusto, il Re dei Re, il Principe dei fedeli. La sua città AlAbuzAbir divenne la culla delle arti sottili, dell'architettura fatta di vuoti e volte, del maneggio di tappeti, lampade e vasi consacrati dalle meraviglie della volatile e magica scrittura araba. Fu l'alcova di saggi ed eruditi, di medici e astronomi, di geomanti e religiosi. AlAbuzAbir era il ritratto di Harun: le cupole d'oro erano i suoi occhi, le biblioteche le sue orecchie, l'alta torre degli astrologi il suo naso, la brulicante piazza del mercato la sua bocca e l'harem il suo cuore.
Si racconta, e non c'è ragione di dubitarne, che per carpire la felicità dei suoi sudditi, Harun si mascherò da derviscio, da mercante, da pescatore, e da buffone, per poi camminare per le strade della sua città così da ascoltare e conoscere la sua gente. Fu per loro, e non per le gemme antiche e per i denari custoditi nel suo palazzo, che decise di tentar con un patto scellerato di salvar AlAbuzAbir dalla fame del Nulla. E lo farebbe ancora e ancora e ancora per sottrarre il suo popolo alla morte.
Coraggioso e misericordioso fu il suo gesto che avrebbe dovuto elevarlo tra le schiere di Allah. Al contrario ora Harun vive costretto a servire e a non esser riconosciuto, come il suo sangue blu suggerirebbe, nobile tra i nobili. Il suo orgoglio appare comunque intatto, o questo è ciò che vuol far vedere, e con regale onore conduce i suoi fedeli verso il destino che li attende.
Di Harun l'onnipresente non si conosce tutto, ma è leggendaria la dedizione espressa con quel suo coraggioso gesto. Eppure considerando la perfezione dei numeri arabi di cui Harun era padrone, qualcosa sembrerebbe non tornare dai calcoli delle sue decisioni. Chi ha la fortuna di esser più vicino ad Harun ricorda ancora che le ultime notti del suo regno furon torturate continuamente dall'insonnia, e rimembra anche gli ultimi giorni oppressi da una malcelata malinconia. Che Harun non sopportasse più il peso del proprio potere? O che non sapesse più trovare la direzione del giusto cammino? Solo Allah che tutto vede conosce la risposta.
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#60 - Sindb?d, Il guardiano del giusto cammino (personaggio interpretato da U. F.)
Motto: Non posso appellarmi al mio onore ma ho altri modi per convincerti. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Gli Esuli del Miraggio - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Guardiano
Teaser: Ogni Re ha un palazzo sfarzoso che inneggia al suo potere. Ogni palazzo ha un tesoro tanto prezioso quanto lo sono le vite cadute che l'hanno conquistato. Ogni tesoro ha un guardiano forte e onorevole tale da difenderlo dai bramosi tentacoli dei nemici. E il saggio della rosa dei venti sa che sulle spalle di questo valoroso guerriero pesa la salvaguardia di tutto: tesoro, palazzo e Re. Si rende pertanto necessario che costui sia un veterano dalle mille battaglie, un viso segnato dal tempo e dai fendenti dei rivali sconfitti.
Ancora una volta il califfo Harun Al-Rashid sorprese tutti, persino il saggio della rosa dei venti, quando scelse Sindb?d ad assolvere tale compito. E a nulla valsero le rimostranze del saggio che a tale scelta si oppose con veemenza. Giovane spadaccino da una breve vita votata alla dissolutezza, di lui si conoscono appena i suoi viaggi attraverso la Foresta del Tormento alla ricerca di ricchezze. Sugli Annali delle Sabbie non vi sono resoconti che consegnano alla storia valorose imprese di Sindb?d all'insegna dell'elegante cavalleria araba. Eppure il califfo non ha dubbi circa la sua fedeltà, perché Sindb?d scelse di servire il suo Re senza esserne obbligato. Una decisione presa per imposizione ha la tempra di un fragile petalo se confrontata ad una strada scelta con il libero arbitrio. Ciò fa di Sindb?d il giovane più fedele di Harun, colui che darebbe la sua stessa vita per il suo Re, nonostante la sua inclinazione a perdersi tra le cose belle della vita, le stesse che spesso hanno fagocitano l'onore di un uomo: amore, oro e vino.
Sindb?d non disse mai a nessuno che nel giorno della sua nomina il saggio della rosa dei venti gli sussurrò all'orecchio: "Io so che quel che tu insegui non è la gloria, non è la fama. Potrai aver convinto il Califfo e il Gran Visir, ma io so che quel che tu chiami libera scelta fu invero indotta da quello da cui fuggi". E ora che molte stagioni son passate, Sindb?d si chiede che cosa quel saggio volesse sobillare, e perché al rimembrare quelle parole le gambe prendono a tremare. Di cosa ha timore? Che il saggio avesse ragione?
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#61 - Jaafar, La misura del giusto cammino (personaggio interpretato da V. C.)
Motto: Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Gli Esuli del Miraggio - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Artefice
Teaser: Non esiste una giusta decisione prima che vengano valutate quelle sbagliate. Il contraltare di ogni cosa deve esistere per permettere a ogni cosa di esistere. Quando un Re amministra le piccole e le grandi cose deve tener in gran considerazione chi, tra la cerchia dei consiglieri, da voce alle scelte più errate. Questa è la sola via per tracciare la giusta rotta e dar così risalto a chi propone idee brillanti. Si potrebbe quasi pensar che costui, in cui non v'è traccia della paura di fallare, sia un sole che dona luce e concede alla luna di brillare quando questa di notte sorge e rivela un'intuizione.
Il Gran Visir di AlAbuzAbir ricopre tale compito, ed era così tenuto in considerazione da Harun Al-Rashid che le sue stanze erano oltre la Sublime Porta, quella accanto al Califfo. Ed ora che la Città del Miraggio, culla delle scienze e delle religioni, terra di tutto ciò che esaltava il corpo e l'anima, è stata sigillata in una bottiglia per salvezza o per inganno, Jaafar non ha smesso di servir il suo Re, anche adesso che il timore di aver perso tutto è più potente, anche ora che il sangue regale di Harun non viene riconosciuto da chi di regale ha forse soltanto il nome. Jaafar continuerà a proporre ciò che è fallace perché ancor crede che un futuro nel deserto sia possibile, perché ancor spera di ritrovar il giusto cammino.
In questi giorni in cui questi ultimi esuli si apprestan a servire per raggiungere la libertà come la maledizione comanda, Jaafar si domanda sul concetto stesso del mettersi a disposizione, poiché è l'autentica attitudine di un maestro e non di un servo. Che Harun lo abbia sempre considerato come un mentore senza mai enunciarlo? Che il triste destino in cui ora son costretti a vivere sia stato uno sbaglio del suo stesso sbaglio? Forse quando venne presa la decisione di stringere lo scellerato patto che li condanna ad esser pari a schiavi fu il momento in cui per una volta Jaafar doveva dire la cosa giusta?
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#62 - Mevlana, Lo spirito del giusto cammino (personaggio interpretato da L. N.)
Motto: Non legare il cuore a nessuna dimora, perché soffrirai quando te la strapperanno via. Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: Gli Esuli del Miraggio - Nazione: Umano - Genere: maschio - Archetipi: Mago
Teaser: Solo gli sprovveduti pensano che la grandezza di AlAbuzAbir sia stata possibile soltanto grazie agli ori e al commercio. La Comunione con Allah, il ricongiungimento con il divino, l'ultimo insegnamneto che sancisce l'unione universale e che tutti siamo uno e che uno siamo tutti, fu la grande spinta a innalzare verso la gloria eterna quel piccolo lembo del deserto. Perché siam mossi dal dolore per la separazione da Dio e dal desiderio ardente di ritrovarlo nell’estasi delle cose terrene.
E mentre gli esuli si domandano cosa fare, Mevlana, il sacro derviscio, ripete a se stesso: "Sii come il fiume nella generosità, sii come il sole nell’affetto, sii come la notte nel coprire i peccati altrui, sii come un morto nella rabbia, sii come la terra nell’umiltà, sii come il mare nella tolleranza. Qualunque cosa tu sia o appari, sii come sei o come appari.” Mevlana desidera con tutta l'anima che quel che verrà deciso di fare venga svolto in completa comunione con lo spirito, poiché la libertà è innanzitutto uno stato interiore ancor prima che le catene siano spezzate. Pulire i visi della sua gente dalle preoccupazioni per render più leggera la loro stessa esistenza è la missione che Mevlana sente di dover adempiere. Perché è Allah che in sogno glielo chiese.
"La condizione fondamentale della nostra esistenza è rotare" insegna Mevlana. "Non esiste cosa che non roti. Tutto rota e gli uomini vivono nei termini della rotazione del loro sangue nel corpo, della rotazione degli stadi della loro vita; dal loro venire dalla terra e dal loro ritorno ad essa" Eppure oggi il derviscio rimembra le domande di un suo giovane allievo alle quali non è ancora riuscito a trovar risposta "Maestro, se Allah è il tutto e quindi anche il niente, e se nel girar in tondo noi troviamo la via che conduce a Allah, perché tutto tende alla morte e alla dimenticanza che hanno, al contrario di quel che affermi, una direzione orizzontale o verticale come il Nulla stesso suggerisce? E poiché il Nulla è l'espressione del niente, e quindi del tutto, è possibile che esso stesso sia Allah?"
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#66 - Teodorico, Il Re che Fu (personaggio interpretato da L. G.)
Motto: Mi ha maltrattato, gioito delle mie perdite, disprezzato i miei guadagni, raffreddato i miei amici, riscaldato i miei nemici, insozzato il mio abito, disprezzato il mio popolo e per quale motivo? Perchè sono Vermiglio! Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Vermigli - Nazione: Umano - Genere: maschio - Consigli: I Vermigli devono avere un costume del colore adatto alla Corte di appartenenza. Questo costume può tuttavia avere dei dettagli rossi. In aggiunta, ogni Vermiglio deve obbligatoriamente portare una fascia rossa per mostrare a tutti la sua condizione.
Teaser:
Teodorico si comporta come se fosse un Re tra la sua gente, di cui è l’indiscussa guida. Quando è circondato dai suoi pari appare come un sovrano dotato di calma saggezza, il cui primo e forse unico scopo è proteggere i Vermigli della Rocca d’Avorio. Eppure, quando Teodorico parla con chi non porta addosso il carminio colore del tradimento, i suoi occhi e la sua voce si accendono d’ira e desiderio di vendetta, come se un’antica ferocia a lungo sopita si destasse d’improvviso nel suo animo.
Del suo passato, il rosso sovrano non fa mai parola, e solo poiché egli pretende il rispetto dovuto alle più grandi maestà, qualcuno ha preso a chiamarlo Re, pronunciando la parola come infetta, per aggiungere insulto all’ingiuria. Ma Teodorico non se ne cura. Egli proteggerà il Segreto e combatterà per la Causa, privilegiando su ogni cosa la salvezza e la vendetta dei Vermigli.
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#67 - Rolando, L'ombra della Torre (personaggio interpretato da F. S.)
Motto: - E' tutto vero? O è solo frutto della mia immaginazione? - Se mi dici la differenza, forse posso risponderti... Provenienza: Corte del Giorno - Gruppo: I Vermigli - Nazione: Umano - Genere: maschio - Consigli: I Vermigli devono avere un costume del colore adatto alla Corte di appartenenza. Questo costume può tuttavia avere dei dettagli rossi. In aggiunta, ogni Vermiglio deve obbligatoriamente portare una fascia rossa per mostrare a tutti la sua condizione. - Archetipi: Mago
Teaser: Isolata, distinta dal cielo e dalla terra, ogni Torre è una storia, un racconto chiuso e segreto, lentamente svelato nel mistero dei suoi gradini. Tra mura di alabastro i maghi custodiscono la loro sapienza e sotto a un pinnacolo nero altri cercano rose. Nel tremulo riflesso del faro la corte del mare danza una musica muta e in cima alle scale di una torre lontana il Diavolo rubò alla Luna le stelle più brillanti. Rolando dice di conoscere questi accadimenti prodigiosi, poiché lui è giunto alla fine del cammino, poiché lui ha aperto la porta, poiché tutte le torri sono un’unica Torre.
E’ impossibile conoscere cosa ci sia di vero nelle parole di Rolando, eppure egli appare molto diverso dai suoi compagni Vermigli, come se conoscesse una verità ultima, come se possedesse la profonda saggezza di chi ha solcato ogni strada. Calmo e misurato, Rolando non cerca rivincita: per lui il Segreto ha valore per quello che rappresenta, una ricompensa in fondo alla storia, e non come arma o potere. Per lui, la Causa è un nobile scopo, un ideale cristallino troppo fragile per essere accostato ad ambizione o vendetta.
Per Rolando, creare è più importante che distruggere.
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